Tuttavia raccogliere e portare alla luce un’esperienza da parte del paziente non è facile, richiede tempi appropriati, riflessioni adeguate ed una formazione specifica. La Medicina Narrativa necessita, quindi, sia della capacità del medico di comprendere le storie dei pazienti, sia della capacità e della volontà del paziente a raccontare la propria storia. Ma fare Medicina Narrativa non significa solo raccontare se stessi attraverso la scrittura o la parola. Per raccontare la propria esperienza si possono utilizzare tecniche alternative: si può narrare il proprio stato d’animo con delle poesie, attraverso dei disegni, con delle fotografie, insomma con tutte quelle tecniche che permettono una narrazione.
La Medicina Narrativa permette di migliorare le relazioni tra:
- paziente e medico (e altre figure professionali del sistema);
- paziente e mondo esterno;
- paziente e struttura ospedaliera.
Può inoltre aiutare il paziente a:
- Prendere decisioni. Perché diventa più consapevole della sua situazione e non deve decidere della sua vita solo sulla comunicazione di semplici informazioni.
- Restituire tempo e spazio, che generalmente in un ricovero ospedaliero si perdono completamente.
- Relazionarsi con gli altri.
- Dare testimonianze, che poi potranno essere utili per altri pazienti e per medici.
In america la Medicina Narrativa è stata ormai formalizzata anche all’interno delle strutture universitarie. Il modello concettuale della Narrative-Based Medicine (NBM) è stato sviluppato alla Harvard Medical School da due psichiatri ed antropologi: Arthur Kleinman e Byron Good . Il termine Medicina Narrativa, inizia ad essere usato in ambito medico alla fine degli anni ’90.
Poco meno di un anno fa è apparso sul New York Times (Zuger A., Doctors who wield the pen to heal the profession, 15 maggio) un articolo sul workshop di Medicina Narrativa, tenutosi alla Columbia University: per un intero fine settimana medici generalisti e specialisti si sono confrontati per apprendere strategie comunicative, esercitarsi all’ascolto, sviluppare la capacità di raccontare e anche di scrivere le storie e le esperienze di cui sono testimoni quotidianamente.
In Italia è stata rivolta poca attenzione a questa metodologia. Ma vi sono alcuni enti e soggetti che se ne stanno occupando. L’Istituto Superiore di Sanità vi ha dedicato un’ampia sezione del suo portale, con una completa selezione bibliografica dalla letteratura internazionale ed un progetto di ricerca davvero di grande interesse.
Un’altra iniziativa interessante è quella svolta dal Prof.re Antonio Virzì (Clinica Psichiatrica, Università degli Studi di Catania) con il suo sito internet, dedicato interamente alla medicina narrativa.