Si stima che circa il 30% della popolazione italiana sia fumatrice.
Il rischio di sviluppare il cancro aumenta progressivamente con il numero di sigarette fumate e la durata dell’abitudine al fumo. Un uomo che fuma ha una probabilità 23 volte maggiore di contrarre il tumore al polmone rispetto ad un non fumatore, mentre per le donne il rischio è 13 volte maggiore.
L’effetto cancerogeno del fumo è dovuto ad una serie di sostanze che possiedono proprietà cancerogene dirette ed indirette come gli idrocarburi aromatici policiclici, le nitrosamine, i radicali liberi, i fenoli e le aldeidi.
La nicotina svolge l’azione di mantenere lo stato di dipendenza farmacologica.
Anche l’esposizione passiva al fumo di sigaretta è associata ad un incremento del 20-50% del rischio di ammalarsi di carcinoma polmonare.
Oltre il fumo di sigaretta, ci sono altre cause che hanno un impatto sull’insorgenza della malattia. Ricordiamo in particolare l’esposizione ad alcuni agenti tossici di origine industriale (asbesto, radon, cromo, catrame) e alcune alterazioni genetiche (le più importanti avvengono a livello del gene p53 o del gene FHIT).